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“L’istruzione è ciò che rimane una volta dimenticato ciò che si è appreso”

B.F. Skinner

L’apprendimento è quel processo che consiste nell’acquisizione di nuove informazioni, nella classificazione delle stesse e nel successivo utilizzo per richiamo dalla memoria.

Chi storicamente ha ottenuto risultati scarsi nello studio, al di là di deficit e disturbi (relativamente rari), è molto probabile che abbia sempre utilizzato male le proprie capacità cognitive.

Attenzione, memoria e linguaggio sono le facoltà principalmente coinvolte quando prendiamo in mano un libro, o una serie di libri, di cui dobbiamo imparare il contenuto.

Come fare per ottenere il massimo senza frustrazioni ne inutili sprechi di energie?

Che si sia appassionati allo studio, interessati alla materia e stimolati dal fatto di padroneggiare un argomento specifico, o al contrario poco motivati e con il solo desiderio di liberarsi dall’incombenza del successivo esame che si avvicina, la propria personale curva di apprendimento può essere notevolmente migliorata sfruttando i seguenti consigli pratici:

1.Limitazione delle interferenze

Nel momento in cui la nostra memoria riceve una nuova informazione, questa non verrà registrata se l’acquisizione avviene in concomitanza con altri stimoli

Questo riguarda l’importanza di stare in un ambiente tranquillo (e di essersi sufficientemente predisposti ad uno stato di calma) durante lo studio; rumori, voci, gli stessi pensieri, anche quando apparentemente vengono gestiti e tenuti distanti dal campo dell’attenzione, limitano lo span attentivo. In questi casi, L’informazione sarà di scarsa qualità già in entrata, e occuperà spazio nella memoria di lavoro, che invece deve rimanere efficiente per poter “trasportare” le informazioni dall’esterno, fino allo stoccaggio definitivo.

 

 2. Sleeper effect. Lasciar depositare l’informazione

Quando si devono acquisire molte nuove informazioni appartenenti allo stesso contesto occorre limitare il fenomeno dell’interferenza

memoriaQuando molte informazioni appartengono tutte alla stessa classe, ad esempio se dobbiamo imparare parecchi capitoli riguardanti “la memoria umana” ben presto potemmo iniziare a fare confusione con i concetti. Le diverse classi di informazioni inizieranno a straripare le une sulle altre rendendo difficile richiamare ordinatamente il materiale.

In questi casi otteniamo risultati migliori osservando delle pause programmate; ad esempio affrontando una breve sessione di studio (circa 40 minuti, un’ora) e facendo una pausa di venti minuti durante la quale riposare o dedicarsi a tutt’altra attività. Ancora meglio, si può inframezzare lo studio della memoria con lo studio di un’altra materia, per poi ritornare ad un altro capitolo sulla memoria.

 

 3. Tecnica associativa

L’apprendimento di parole, numeri, formule o concetti risulta più facile se l’informazione da apprendere viene associata ad un’altra informazione, più facile da ricordare

In base a questo principio noi tendiamo naturalmente a ricordare numeri di telefono contando le cifre a due a due o tre per volta, piuttosto che singolarmente. Per questa ragione, ricordare 775 600 348 significa ricordare 3 elementi, mentre ricordare 7-7-5-6-0-0-3-4-8 per il nostro cervello equivale a ricordare ben 9 elementi!

Uno dei modi per sfruttare le capacità associative del cervello consiste nell’inventare una storia caratterizzata con le nozioni che si desidera ricordare. La storia rimarrà più facilmente impressa nella memoria, anche a distanza di molti anni.
Ad esempio, se studiamo anatomia e dobbiamo ricordare le ossa del polso (Scafoide, Semilunare, Piramidale, Pisiforme) si dovrebbero associare a questi termini delle immagini (qualsiasi cosa venga in mente leggendo e ripetendo la parola). Successivamente si dovranno connettere le diverse immagini per creare una struttura narrativa coerente.

In questo caso, potremmo creare nella nostra mente l’immagine di una cartolina su cui è raffigurata una nave (scafo) che naviga sul Nilo, sotto un cielo con una luna crescente (semilunare) e dove sullo sfondo si vede una piramide (piramidale) sulla cui punta è posto in equilibrio un pisello (pisiforme). Ci vuole un pò di fantasia ma con un pò di allenamento tutto risulta più facile e naturale.

Nel film Scoop di Woody Allen, il protagonista utilizza questo metodo per ricordare la combinazione segreta di una porta blindata.

La sinestesia, una variante sui fenomeni associativi, è data dalla capacità di uno stimolo sensoriale di evocarne un altro in un’altra modalità sensoriale. Sfruttata dagli mnenmonisti di professione, è difficile da padroneggiare, anche se essa opera inconsapevolmente e costantemente in ognuno di noi. Una sinestesia classica è quella che associa parole a colori, ad esempio giallo per i mesi dell’anno caldi, il blu per quelli freddi.

 

 4. Leggere e ripetere può non essere abbastanza

Elaborazione è una parola chiave

L’uso “bruto” della memoria, cioè ripetere all’infinito un concetto con scarso interesse, funziona solo con materiale semplice. Imparare una poesia “a memoria”, prestando scarsa attenzione al significato evocato dai versi, rientra in questo tipo di attività. Quando l’informazione è complessa, è lo è quasi sempre, probabilmente il miglior modo per imparare, si basa sulla profondità e sull’ampiezza della elaborazione.

Un modo per elaborare l’informazione consiste nel selezionare una quantità limitata di materiale (un paragrafo, un capitolo) e successivamente tentare più volte di ripeterlo a voce alta e soprattutto “a parole nostre”; l’iniziale fatica che si prova durante questo esercizio è normale –gli inceppamenti saranno frequenti, le parole stenteranno ad arrivare- ed è dovuta al fatto che l’utilizzazione di un linguaggio personale, invece di quello standardizzato del libro, opera una trascrizione del materiale utilizzando i nostri personali codici linguistici. In questo modo l’informazione non sarà un semplice deposito in memoria, inattivo e isolato dal resto dei significati, ma contribuirà alla complessità dei concetti mentali . E’ un metodo che funziona sempre.

Italian actor Roberto Benigni poses during a photocall prior a show, "La piu bella del mondo" (the most beautiful in the world), for the Italian TV RAI on December 17, 2012 at Cinecitta theatre in Rome. AFP PHOTO / ANDREAS SOLARO (Photo credit should read ANDREAS SOLARO,ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)

Un ottimo esempio di ciò che si intende per elaborazione dell’informazione, potrebbe essere quello che il regista e attore Roberto Benigni mette in pratica per riuscire ad imparare per intero “La Divina Commedia” di Dante Alighieri. Come ha fatto?
Chi ha seguito l’autore nei suoi spettacoli avrà capito che oltre a ricordare perfettamente i versi, egli elabora in modo molto profondo il significato di quelle parole, analizzando in modo maniacale il contesto storico in cui vennero scritti, interessandosi alle vicende narrate, alla personalità dell’autore, allargando la ricerca a tutte le fonti e le altre testimonianze disponibili, lasciandosi coinvolgere emotivamente dell’opera a un punto tale che infine, il richiamo alla memoria di quei versi, pare non richiedergli alcuno sforzo.

 

5. Schemi e diagrammi

La rappresentazione spaziale dell’informazione può orientare e guidare l’apprendimento, il richiamo e l’utilizzo dell’informazione.

Tracciare schemi e diagrammi svolge per lo studente la stessa funzione che svolge una mappa per un viaggiatore. Che sia appeso al muro o impresso come immagine mentale, lo schema va visualizzato continuamente mentre l’informazione viene elaborata.

Questi ausili all’apprendimento stimolano la componente non verbale della memoria che solitamente è controllata dall’emisfero cerebrale destro. La memoria “spaziale” viene utilizzata ogni volta che ricordiamo una faccia, quando guidiamo l’auto, quando pensiamo a dove abbiamo poggiato qualche oggetto e quando sfogliamo velocemente un libro alla ricerca di un concetto o una frase.

Il  fenomeno commerciale “fosforo”

Ultimamente integratori a base di fosforo e derivati vengono proposti sfruttando la forza d’impatto di campagne publicitarie molto ben congegnate.

E’ stata dimostrata l’inutilità di assumere questi tipi di integratori per migliorare le prestazioni nello studio: semplicemente non funzionano, se non per eventuali effetti di suggestione.

Sono piuttosto l’interesse e la motivazione, un buon metodo di studio e i feedback positivi dei risultati raggiunti, ad essere gli unici integratori di cui si ha veramente bisogno per riuscire bene.


Se non riesci ad ottenere risultati soddisfacenti nonostante tutti gli sforzi, non esitare a contattarmi per ulteriori indicazioni.