Anoressia Nervosa. Cause, diagnosi e terapia

L’anoressia nervosa è una sindrome diffusa in tutti i Paesi industrializzati del mondo.
Nei Paesi in via di sviluppo nuovi casi compaiono via via che aumentano le disponibilità alimentari e si diffondono i costumi e i valori propri delle nazioni più ricche.

Il rapporto maschi/femmine è di 1:10

Come si riconosce

Secondo i criteri attuali, chi soffre di anoressia:

  • rifiuta di mantenere il peso corporeo al livello minimo normale per la statura, modificando quantità e qualità dei cibi ingeriti
  • prova una intensa paura di ingrassare, pur essendo sottopeso
  • presenta disturbi nel modo di sentire il peso e le forme del proprio corpo
  • valuta Sé stesso/a esclusivamente in base alle forme del corpo e al peso
  • nega l’importanza e la gravità della perdita di peso in atto
  • se donna, dopo il menarca, presenta assenza di ciclo mestuale da almeno 3 mesi

Può avere uno stile restrittivo: non si lascia andare spesso a episodi di abbuffate. Non pratica svuotamenti mediante vomito autoindotto, abuso di lassativi, clisteri, diuretici ecc.

Può avere uno stile bulimico: si lascia andare spesso a episodi di abbuffate o pratiche di svuotamento.

Cause

Non esiste un fattore unico. L’interazione tra fattori molteplici può portare di volta in volta allo sviluppo della malattia.

Esistono fattori che predispongono all’anoressia, fattori che possono scatenarla (o precipitanti) e fattori che mantengono vivo il disturbo.

Fattori predisponenti (familiari e socioculturali)

  1. Essere femmine e in età puberale aumenta il rischio. Una storia di sovrappeso e di diete durante l’infanzia svolgono lo stesso ruolo predisponente.
  2. Fra le caratteristiche psicologiche si ritrovano tratti ossessivi di personalità, perfezionismo patologico, rifiuto del corpo adulto, difficoltà sessuali, forte dipendenza e controllo familiare.
  3. Avere una madre o una sorella anoressiche aumenta il rischio. Come pure l’alcolismo dei genitori o l’obesità della madre. Particolarmente importante, la vischiosità nei rapporti tra familiari con scarsa definizione dei ruoli e scarsa spinta all’autonomia, scarso incoraggiamento alla separazione.
  4. Fattori micro e macrosociali come “mito del successo” e della prestazione perfetta, competitività esasperata, esaltazione della magrezza e del mito della bellezza anche attaverso i canali di comunicazione di massa.

Fattori scatenanti

  1. Separazioni e perdite possono dare inizio all’anoressia. Esperienze traumatiche, malattie fisiche, incidenti, esperienze sessuali, spesso segnano l’inizio del disturbo.
  2. Cambiamenti corporei durante la pubertà e comparsa dei caratteri sessuali secondari. Una gravidanza può riaccendere una sindrome anoressica superata da anni.
  3. La prescrizione di diete più o meno drastiche in età adolescenziale, senza adeguata valutazione dei fattori di rischio, può dare inizio alla malattia.

Fattori di mantenimento

  1. Esiste un guadagno secondario per il fatto di avere il disturbo: l’anoressia permette di evitare tutte le situazioni sociali e sessuali angoscianti. In più si ottengono cure e l’attenzione converge su di Sé.

    le persone con gravi disturbi del comportamento alimentare hanno fatto un’esperienza particolare durante l’infanzia: hanno ottenuto amore, supporto e considerazione da chi si prendeva cura di loro, solo quando hanno dimostrato di essere in estrema difficoltà. Questo configura spesso tratti masochistici e autodistruttivi che, in una prospettiva evoluzionistica della personalità, vanno letti come risposte immunitarie adattive della persona alle pressioni dell’ambiente di sviluppo.

  2. l’alimentazione restrittiva porta presto o tardi ad una perdita di controllo con ingestione di cibo e abbuffate; per rimediare a ciò, la persona deve adottare nuovamente lo stile restrittivo che però, in un circolo vizioso, porterà di nuovo, inevitabilmente, ad una perdita di controllo.

Danni fisici

  • alterazioni della funzionalità renale e degli elettroliti (le aritmie cardiache sono tra le principali cause di morte in pazienti che si provocano spesso il vomito e abusano di lassativi)
  • disturbi cardiocircolatori
  • disturbi gastrointestinali e alterazione della mucosa gastrica ed enterica
  • disturbi endocrini, osteoporosi e fratture ossee
  • danni alla pelle e corrosione dei denti
  • disturbi neurologici
  • alterazioni del sangue e del sistema immunitario

Terapia

L’anoressia nervosa è un disturbo psicologico che coinvolge pericolosamente il corpo. Nei casi più gravi si rende necessario un approccio multidisciplinare coordinato, anche in regime di ricovero ospedaliero: psichiatrico, psicoterapeutico, internista, endocrinologico, dietologico, ginecologico ecc.

La psicoterapia è il trattamento di prima scelta e si è rivelata lo strumento più utile ed efficace nel lungo termine. Sia la psicoterapia familiare che quella individuale devono essere attentamente considerate.

L’anoressia nervosa colpisce anche i maschi

 

 

 

 

 

 

L’anoressia su internet e sui social: i siti pro-ANA

Nel 2008 i siti pro ANA (pagine che promuovono e incoraggiano l’anoressia) venivano stimate in 500 circa. Oggi sono certamente di più.

Molte di queste comunità virtuali professano di voler offrire supporto a chi cerca di curare il proprio disturbo, ma in realtà in qualche modo offrono consigli su come protrarlo.

 

Le utenti condividono metodi e strategie per controllare la fame e il peso corporeo. L’obiettivo è la magrezza ad ogni costo. Le persone vi accedono per ricercare informazioni su come perdere peso o, se già hanno sviluppato un disturbo alimentare, per mantenerlo e “migliorarlo”.
Inoltre, anche se favoriscono il senso di appartenenza e di comunità (si tratta spesso delle uniche “frequentazioni” sociali e delle uniche “amicizie” di chi soffre di anoressia), sulla base di un clima di accettazione e condivisione, tendono a far sovrapporre la propria identità con il disturbo alimentare, impedendo la costruzione di una immagine di Sé sana.

E’ stato dimostrato che i siti pro ANA, causano nelle utenti un abbassamento dell’autostima, favoriscono un’immagine corporea peggiorativa e possono indurre un atteggiamento competitivo e comparativo in persone che già manifestano caratteristiche del disturbo.

 

Leggi anche:

https://www.psicologoafrosinone.it/limmagine-corporea-e-il-rapporto-con-il-proprio-corpo/

http://www.stateofmind.it/2017/10/ortoressia-coping-anoressia/

 

 

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